Disturbo primario del linguaggio
Età prescolare e scolare (0–18 anni)
IL DISTURBO
Le difficoltà nello sviluppo del linguaggio rappresentano uno fra i motivi più frequenti di consultazione clinica in età pre-scolare.
Il DSM-5 (APA, 2013) classifica i disturbi del linguaggio come “difficoltà nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio dovute a deficit della comprensione o della produzione del lessico, della struttura della frase e del discorso. L’apprendimento e l’uso del linguaggio dipendono sia dall’abilità recettiva sia da quella espressiva. L’abilità espressiva si riferisce alla produzione di segnali vocali, gestuali o verbali, mentre l’abilità ricettiva si riferisce al processo di ricezione e comprensione dei messaggi linguistici”.
Appare chiaro che i Disturbi di Linguaggio rappresentano un insieme di quadri clinici variegati, caratterizzati da un ritardo o disordine in uno o più ambiti dello sviluppo linguistico, in assenza di deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e di importanti carenze socio-ambientali.
I disturbi di linguaggio colpiscono circa il 6-8% della popolazione mondiale e, secondo la classificazione dell’ICD-10 (International Classification of Diseases – 10th edition, redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), si distinguono in:
- Disturbo specifico dell’articolazione e dell’eloquio (ritardo nell’acquisizione dell’abilità di produzione dei suoni verbali).
- Disturbo del linguaggio espressivo (adeguato livello di comprensione di linguaggio a fronte di un livello espressivo al di sotto della media attesa per l’età cronologica).
- Disturbo della comprensione del linguaggio (livello di comprensione del linguaggio non adeguato per l’età cronologica).
LA VALUTAZIONE
I bambini che all’età di 3 anni ancora non presentano un adeguato sviluppo linguistico in produzione e/o in comprensione sono potenzialmente a rischio di un disturbo specifico di linguaggio.
La scuola in questa fase svolge un ruolo fondamentale nell’individuazione di un ritardo nell’acquisizione delle tappe evolutive e nel riconoscimento di eventuali difficoltà specifiche.
Una scarsa competenza linguistica può inficiare fortemente la vita di relazione e gli apprendimenti scolastici del bambino. Sarebbe auspicabile pertanto, una volta individuati questi criteri, indirizzare la famiglia verso un approfondimento specialistico.
La valutazione diagnostica prevede il coinvolgimento di diverse figure specialistiche: neuropsichiatra infantile, otorinolaringoiatra, psicologo dell’età evolutiva, logopedista e terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva.
Al termine dell’inquadramento diagnostico viene stilato un profilo funzionale volto a:
- individuare le potenzialità e le difficoltà specifiche del bambino.
- indirizzare il percorso terapeutico.
- fornire consigli utili agli insegnanti e alla famiglia.
LA NOSTRA
PROPOSTA CLINICA
In funzione del tipo di disturbo evidenziato, della relativa severità e delle esigenze del bambino, si struttura una specifica risposta terapeutica.
È molto importante intervenire precocemente sia per sostenere le tappe di sviluppo del linguaggio, sia per prevenire i possibili disturbi di apprendimento ed eventuali disturbi psicopatologici associati.
Durante l’intervento è importante:
- stimolare lo scambio comunicativo-linguistico e relazionale.
- stimolare la comprensione e la produzione verbale.
- favorire la comunicazione spontanea.
- promuovere l’interesse e la motivazione del bambino verso situazioni comunicativo-linguistiche contestuali e successivamente extra-contestuali.
- creare una collaborazione con la famiglia e la scuola, in modo da moltiplicare le occasioni di stimolazione e di rinforzo dell’apprendimento.
EQUIPE COINVOLTA
L’equipe coinvolta nell’iter diagnostico e riabilitativo è multidisciplinare:
- Neuropsichiatra infantile
- Psicologo
- Logopedista