Balbuzie
Età prescolare e scolare (0–18 anni)
IL DISTURBO
La balbuzie, secondo la definizione data dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1977, è «un disordine nel ritmo della parola per cui il paziente sa cosa vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un suono che hanno carattere di involontarietà».
Nella nuova versione del DSM (DSM-5, APA 2013), la balbuzie evolutiva è stata inserita tra i Disturbi del Neurosviluppo, in particolare tra i Disturbi della Comunicazione, come Disturbo della fluenza con esordio nell’infanzia (balbuzie).
A livello epidemiologico la balbuzie interessa circa l’0,72% della popolazione mondiale (tasso di prevalenza, Yairi & Ambrose, 2013), percentuale che sale al 5% (tasso di incidenza) se si considerano i casi ad insorgenza precoce (età prescolare), in cui il disturbo può andare incontro ad una remissione spontanea o successiva alla terapia (Reilly et al., 2009).
La balbuzie è un disturbo complesso di natura multifattoriale e multidimensionale (Packman & Attanasio, 2004).
Si riconoscono due principali componenti del disturbo: quella apparente (il sintomo) consistente in ripetizioni di sillabe o parole, e/o blocchi, e quella più nascosta (il vissuto personale).
Queste due dimensioni possono manifestarsi in modo diverso da soggetto a soggetto, interferendo l’una sull’altra e contribuendo al manifestarsi di un vissuto negativo connesso alla balbuzie e di conseguenti comportamenti nelle interazioni.
In particolare, la persona che balbetta potrebbe mostrare alcune delle seguenti caratteristiche, derivate dalla consapevolezza delle proprie difficoltà e dal vissuto negativo ad esse connesso:
- difficoltà nei rapporti interpersonali.
- bassa autostima.
- timore ad esprimere le proprie emozioni.
- condotte di evitamento verbale. (uso del telefono, richiesta di informazioni per strada, ecc…)
LA VALUTAZIONE
La diagnosi della balbuzie è un processo articolato e complesso poiché mirato a valutare la persona nella sua globalità.
Il sintomo infatti rappresenta la parte manifesta del disturbo, dietro il quale si può celare un mondo fatto di disagi emozionali dipendenti dalla difficoltà verbale, che hanno un impatto sulla qualità di vita del paziente.
La valutazione tiene pertanto conto della multifattorialità del disturbo e l’inquadramento diagnostico si realizza attraverso il coinvolgimento di più figure professionali: il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il logopedista e il terapista della neuropsicomotricità (nei bambini di età prescolare) che insieme contribuiscono a delineare e a descrivere il disturbo, come esso si manifesta in quella persona, in quel momento della sua vita, nei suoi aspetti sintomatologici e sindromici.
L’osservazione del paziente, il colloquio iniziale, la valutazione della fluenza verbale e dell’attitudine comunicativa rappresentano un momento fondamentale di conoscenza della persona che balbetta e il primo passo verso la progettazione di un piano riabilitativo basato sulle reali esigenze del paziente.
LA NOSTRA
PROPOSTA CLINICA
La multidimensionalità della balbuzie richiede un trattamento integrato; pertanto il nostro programma riabilitativo, MIDA – SP (Multidimensionale Integrato Differenziato e Artemediato – Stuttering Program) prenderà in considerazione non solo il sintomo disfluenza, ma la globalità del paziente nel suo comportamento comunicativo.
Il programma riabilitativo è incentrato sulla terapia logopedica finalizzata all’acquisizione e all’utilizzo delle diverse tecniche di facilitazione verbale per la gestione delle situazioni di verbalizzazione.
Il programma si avvale anche del supporto di attività arte-mediate, quali il teatro, il doppiaggio di film e spot pubblicitari e la conduzione radiofonica che diventano occasione per sperimentare e verificare la nuova capacità di interagire e comunicare.
Il percorso riabilitativo tiene conto delle differenze legate al disturbo, all’età dei pazienti (bambini, adolescenti, adulti) e alle loro caratteristiche personali, nel rispetto della loro individualità.
Nell’età evolutiva, il percorso prevede il coinvolgimento e il sostegno alla famiglia che è direttamente coinvolta al fine di sostenere e rinforzare le competenze che acquisiranno i loro figli.
EQUIPE COINVOLTA
L’equipe coinvolta nell’iter diagnostico e riabilitativo è multidisciplinare:
- Neuropsichiatra infantile
- Otorinolaringoiatra
- Psicologo
- Psicoterapeuta
- Logopedista
- Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva